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STEM e didattica - Strumenti per formare al futuro

 

di Viviana Pinto

 

 

STEM è l’acronimo inglese che si riferisce alle discipline scientifiche: Science, Technology, Engineering, Mathematics. Quando si parla di STEM, però, non ci si riferisce alle singole aree tematiche, ma piuttosto a un sistema integrato di conoscenze scientifiche da collocare in un nuovo modello.

 

Le STEM, infatti, sono la chiave di un sistema educativo che guarda avanti, orientato a crescere, formare e preparare individui capaci di gestire un futuro sconosciuto e incerto. Alla base delle STEM c’è la ricerca, la curiosità, la voglia di scoprire e creare cose nuove, ma anche la passione e l’uso della regola come cammino per poter tracciare strade ancora inesplorate. 

 

Nell’approccio STEM gli studenti sono incoraggiati ad assumere un atteggiamento sperimentale, ricorrendo all’immaginazione e alla creatività per fare nuovi collegamenti fra le idee. Per applicare questa metodologia alla didattica una buona idea è quella di dare agli studenti degli obiettivi, dei problemi da risolvere o dei temi intorno cui lavorare.

 

 

 

 

Una delle attività più rappresentative è il tinkering. Letteralmente tinkering significa “armeggiare”, ma in senso più ampio si intende smontare e montare, svitare, attaccare, ritagliare. Insomma, tutto quello che ha a che fare con il capire come funziona qualcosa e con la realizzazione di artefatti.   

 

La robotica educativa, si basa sul medesimo approccio. Si lavora a gruppi e si affronta una sfida (che nessuno vuole perdere) e del tempo per risolverla (di solito poco). Tutti sono coinvolti in un processo di risoluzione articolato, fatto di tante fasi, di tanti ruoli diversi e soprattutto di diversi tentativi.

Si sviluppano tantissime competenze, specifiche e trasversali: si impara a progettare, a programmare, si dà sfogo alla creatività e si sviluppa il problem solving, inoltre si integrano in modo naturale principi di fisica e di matematica, di chimica e di tecnologia.

 

Tuttavia, quello che conta davvero in queste attività è sperimentare: si può provare e riprovare, sbagliare e correggere, cambiare strada a metà del processo. Insomma, l’errore non è visto come fallimento, ma come parte del processo di apprendimento.



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Robots & Co.

con Greta Galli e Viviana Pinto